Chi siamo/
Who we are

Bassotti
del Tocai
Standard

Bassotti
Kazuri Pride
Nani/Kaninchen

Stalloni/Sires
Cuccioli disponibili/
Puppies
Campioni di altri proprietari
Risultati/
Results
Il colore foglia secca/
The red colour
Consigli Utili/
Advices
Articoli/
Articles
Pubblicazioni/
Publications
Photo Album
Contatti/
Contacts
Links


Milano - Piacenza
(Italy)
+39-331-2480395
+39-335-6973785
allevamentodeltocai@gmail.com

c sito: Karaweb Design
c logo: Francesco Merletti
c disegni: Cute Colors &
Graphic Garden


Lucia, l'amica dei bassotti

Invitati, insieme a mia moglie, dall’amico d’infanzia Nestore Morosini del Corriere della Sera al Ristorante “L’Assassino” di Milano, ci sistemammo al centro di un lungo tavolo rettangolare.

Era il sabato precedente il Gran Premio Automobilistico di Monza di alcuni anni fa, per cui i presenti erano soprattutto giornalisti sportivi, radiocronisti e commentatori televisivi.

Mi capitò di fronte una bella ragazza, giovane e prestante, un architetto, così mi venne presentata, Lucia Ranza.

La conversazione scivolava simpaticamente, ma era tutta concentrata sugli avvenimenti connessi alla gara del giorno seguente ed era, ovviamente, appannaggio degli addetti ai lavori.

Io ero poco più che un attento ascoltatore, con maggiore propensione ad acquisire piuttosto che a trasmettere concetti, vista l’elevata competenza dei presenti.
A metà cena taluni proposero di proseguire altrove la serata, allora fui costretto a precisare: “Dobbiamo rientrare presto, altrimenti il bassotto mi distrugge la casa!”
Vidi allora Lucia mettersi in allerta, dare una luce supplementare agli occhi e sorridere amabilmente “Avete un bassotto!?”

Inavvertitamente avevo scoperchiato una pentola carica di sentimenti, di aneddoti, di debolezze, di schietta affettività. Per un puro capriccio del destino scoprii che la mia dirimpettaia Lucia non solo adorava i bassotti ma, insieme alla sorella, li allevava con successo e amore.

Ne è nato un cicaleccio, fitto fitto, nel quale eravamo in tre a tessere la tela che, senza accorgerci, stava diventando lunga come quella di Penelope.
Gli altri commensali, incuriositi, in un primo tempo tollerarono, poi, visto il crescendo dell’eloquio sempre più torrentizio del terzetto, finirono per rientrare nel loro argomento preferito, lasciandoci in una virtuale bolla di sapone, vivacizzata da uno spirito inesauribile.

Noi, infatti, non ce la prendemmo minimamente, sia perché non ci accorgemmo della giustificata lateralizzazione, sia perché proseguimmo a mo’ di schiacciasassi, immersi come eravamo nel panegirico dei nostri amati.

Ora Lucia è una carissima amica ed è partito tutto da quella sera che, per me, è stata il “d-day”, durante la quale ho potuto beneficiare della sua straordinaria versatilità e del profondo affetto che mette nell’espletamento della sua attività.

Azzardo, ma, a mio modesto parere, Lucia si prodiga come se la sua scelta fosse una “missione”, dal momento che non solo alleva, nutre e alla fine vende bassotti, ma nel prezzo è contemplato anche un intrinseco regalo che alla lunga ognuno comprende: il suo è un allevamento dove si vendono anche sogni e chimere, che riescono a soddisfare quella latente voglia di tenerezza che alberga in tutti noi.

Questo è lo straordinario “pacchetto” aggiuntivo che si porta a casa chi decide di uscire dal suo allevamento con un animaletto biondo.
Infatti, ha il dono di saper porgere con garbo un salvadanaio ricolmo di emozioni, che soltanto chi ama e stima i bassotti può apprezzare.

Molto si adopera per socializzare il suo entusiasmo, dal quale sono stato ampiamente contagiato: su sua sollecitazione oggi sono iscritto all’Amici Bassotto Club, società specializzata patrocinata dall’E.N.C.I., e mi rallegro nel ricevere il notiziario “B come Bassotto”.

Grazie Lucia, per la tua disponibilità e per aver alimentato i miei sogni!
A distanza di tempo mi corre l’obbligo di scusarmi con i presenti di quella famosa serata: ci avrete considerato degli egoisti, degli eccentrici e forse anche degli ineducati, ma solo se vi innamorerete di un bassotto potrete giustificarci.

Provare per credere!

Rodolfo Colarizi